I segreti del gusto: l’antipasto troppo buono può rovinare il primo

il gusto della bruschetta condiziona... la pasta


Se la bruschetta è buona a rimetterci è il primo

Quando si ordina al ristorante bisogna fare attenzione: se vogliamo gustare un piatto di pasta meglio non scegliere un antipasto troppo prelibato

Che il gradimento dei piatti possa dipendere da molti fattori lo sapevamo, adesso arriva uno studio americano a spiegare che se l’antipasto è buono può ridurre in modo significativo il gradimento del piatto principale. Se è mediocre, invece, può accrescere il nostro gradimento.

A rivelarlo uno studio, pubblicato su “Food Quality and Preference”, di Jacob Lahne, della Drexel University di Filadelfia e Debra Zellner della Montclair State University.

tipicamente italiano il menu della ricerca

Il piatto di pasta protagonista della ricerca di Jacob Lahne

Curioso, inoltre, è che i due ricercatori per il loro esperimento abbiano scelto piatti tipicamente italiani.

La ricerca ha testato e analizzato il gradimento del primo piatto, la pasta aglio e olio, in un gruppo di volontari che in precedenza avevano consumato due bruschette di differenti qualità.

le bruschette più buone

Ingredienti di qualità per le bruschette considerate più buone

Una era stata preparata con ingredienti d’eccellenza – fra cui aceto balsamico tradizionale – e molto freschi come scorza di limone, olio extra vergine di oliva e basilico fresco. L’altra era preparata con un olio d’oliva più scadente e basilico essiccato.

Il risultato è che la bruschetta di qualità più elevata è stata giudicata migliore da tutti, rispetto alla mediocre; la cosa interessante, però, è che il piatto di pasta successivo è piaciuto di più quando era stato preceduto dall’antipasto peggiore. E questo nonostante fosse sempre lo stesso.

le bruschette meno buone

Con ingredienti di scarsa qualità le bruschette non piacciono, la pasta però risulta più buona

 

Una spiegazione, dunque, potrebbe essere che la natura e la qualità degli antipasti ci spinga a confrontarli con i piatti successivi, modificando in qualche misura la nostra percezione del gusto.

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